Strasburgo

comune francese

Strasburgo (AFI: /straˈzburɡo/[1][2]; in francese Strasbourg, AFI: [stʁasbuʁ]; in alsaziano Strossburi, [ˈʃtɾʊːsburi]; in tedesco Straßburg; dal latino Strateburgus, lett. "la città delle strade", nome alternativo dell'antica Argentoratum, da cui deriva il nome della città in italiano antico Argentina[3]) è una città della Francia orientale di 291 709 abitanti (al 1º gennaio 2022)[4], capoluogo della regione Grande Est (una regione al nord est della Francia) e del dipartimento del Basso Reno, al confine con la Germania sulla riva sinistra del Reno.

Strasburgo
comune
(FR) Strasbourg
Strasburgo – Stemma
Strasburgo – Bandiera
Strasburgo – Veduta
Strasburgo – Veduta
Vista di Strasburgo dalla cattedrale di Notre-Dame
Localizzazione
StatoFrancia (bandiera) Francia
RegioneGrande Est
Dipartimento Basso Reno
ArrondissementStrasburgo-Città
CantoneCantoni di Strasburgo
Amministrazione
SindacoJeanne Barseghian (EELV) dal 4-7-2020
Territorio
Coordinate48°34′24″N 7°45′08″E
Altitudine150, 132, 151 e 139 m s.l.m.
Superficie78,27 km²
Abitanti291 709 (1-1-2022)
Densità3 726,96 ab./km²
Comuni confinantiSchiltigheim, Bischheim, Reichstett, Eckbolsheim, Oberhausbergen, Mittelhausbergen, Lingolsheim, Ostwald, Illkirch-Graffenstaden, Kehl (DE-BW)
Altre informazioni
Cod. postale67000, 67100 e 67200
Prefisso388, 390 e 368
Fuso orarioUTC+1
Codice INSEE67482
Targa67
Nome abitantistrasburghesi
PatronoArbogaste di Strasburgo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Francia
Strasburgo
Strasburgo
Strasburgo – Mappa
Strasburgo – Mappa
Sito istituzionale

Strasburgo oltre ad essere il capoluogo del Grande Est è anche il capoluogo della sede del consiglio regionale del Grande Est. Il nome è tedesco perché in passato il territorio dell'Alsazia fu dominio sia della Francia sia della Germania. La città, i cui abitanti sono chiamati strasburghesi (in tedesco Straßburger, in francese strasbourgeois), fa parte di un agglomerato urbano transfrontaliero di 1 145 000 abitanti che comprende anche la città tedesca di Kehl, con la quale confina.

Strasburgo è sede, con Bruxelles, del Parlamento europeo. Ospita, inoltre, il Consiglio d'Europa. Insieme a Basilea, Ginevra e New York fa parte delle poche città al mondo che sono sede di organizzazioni internazionali di prim'ordine, pur non essendo la capitale di un paese.[5] Vi operano l'Università di Strasburgo, la seconda più importante università francese, e la prestigiosa Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione (ENA) fondata dal presidente De Gaulle.

 Bene protetto dall'UNESCO
Strasburgo: dalla Grande Île alla Neustadt, uno scenario urbano europeo
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1988
Scheda UNESCO(EN) Strasbourg: from Grande-île to Neustadt, a European urban scene
(FR) Scheda

Geografia fisica

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Attraversata dall'Ill, affluente del fiume Reno, che si divide fino a formare cinque bracci nel rione occidentale (Petite France) del centro storico della città, Strasburgo è composta da quartieri a forte densità abitativa. È situata a un'altitudine media di 140 m sul livello del mare ed è caratterizzata da un contesto fisico pianeggiante, con leggere pendenze solo nel centro della città, culminanti nella zona della cattedrale, abitata fin dall'antichità.

L'est del territorio comunale è costituito da molte isole, tagliate dai bracci del fiume canalizzato e dai canali del porto autonomo. Il nord-est e il sud-est del comune sono coperti da vaste foreste, residui dell'antica foresta renana. L'abbondanza di corsi d'acqua e l'affiorare della falda freatica contribuiscono a rendere il settore molto sensibile alle inondazioni, la prevenzione delle quali condiziona lo sviluppo urbano.

Strasburgo ha un clima semi-continentale. L'inverno è molto freddo con neve anche se il 31 dicembre 2022 si registrò nella città un'anomalia termica senza precedenti; si raggiunse la temperatura massima di 25 °C durante il giorno e allo scoccare di Capodanno a mezzanotte i 18,7 °C.[6] L'estate è calda, ma senza eccessi.

STRASBURGO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 4,24,210,315,718,822,624,324,620,315,38,74,54,314,923,814,814,5
T. min. media (°C) −1,2−1,62,85,58,611,215,315,710,57,63,2−1,1−1,35,614,17,16,4

Origini

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Il sito su cui sorge Strasburgo fu inizialmente occupato dall'accampamento militare romano di Argentoratae (da cui il primo nome latino della città, Argentoratum) dopo le campagne di Germanico del 14-16, all'interno della provincia di Germania superiore. A partire dal IV secolo Strasburgo fu sede di un vescovato.

Presso le sue porte fu combattuta la battaglia del 357 tra gli Alemanni e l'imperatore Giuliano, il quale riuscì a respingerli, facendo prigioniero il loro re Cnodomario. Pochi anni più tardi, nel 361, Giuliano diventava imperatore romano. Il 2 gennaio 366, approfittando della superficie ghiacciata del Reno, fu sferrato un nuovo attacco, e all'inizio del V secolo gli Alemanni si insediarono nell'area dell'odierna Alsazia e in una grande parte dell'attuale Svizzera.

Il medioevo

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Nel corso del V secolo la città passò dal dominio degli Alemanni a quello degli Unni e poi dei Franchi. Il contesto trilingue nel quale sorse la città, portò con l'alto medioevo alla moderna grafia di Stratisburgum o Strateburgus dal latino, che poi divenne Strossburi in alsaziano e Straßburg in tedesco e quindi Strasbourg in francese. Nell'842 vi venne siglato il giuramento di Strasburgo che è considerato l'atto di formazione di Francia e Germania con la divisione dell'Impero carolingio.[7]

Centro commerciale di notevole importanza, la città passò sotto il controllo del Sacro Romano Impero nel 923 attraverso l'omaggio tributato dal duca di Lorena al re di Germania Enrico l'Uccellatore. Il periodo di questo periodo venne segnato da continui e lunghi conflitti tra il vescovo di Strasburgo e i cittadini, dai quali questi ultimi uscirono vittoriosi dopo la battaglia di Hausbergen del 1262; questo fatto spinse re Filippo di Svevia a concedere alla città lo status di libera città imperiale.

Attorno al 1200, Gottfried von Straßburg scrisse il romanzo cortese Tristano che, assieme al Parsifal di Wolfram von Eschenbach ed alla saga dei Nibelunghi è consideraot uno dei tre capolavori della letteratura tedesca medievale.

Una rivoluzione nel 1332 portò alla proclamazione della repubblica. La peste del 1348 venne seguita dal pogrom del 14 febbraio 1349, il primo della storia dell'umanità: centinaia di ebrei vennero pubblicamente condannati al rogo.[8] Sino alla fine del XVIII secolo, agli ebrei venne inoltre impedito di rimanere in città dopo le 22.00. Il momento per loro di lasciare la città era scandito dal suono del Grüselhorn suonato dall'araldo cittadino;.[9] Una tassa speciale, detta Pflastergeld, poteva essere pagata da quegli ebrei che avessero voluto risiedere stabilmente in città.[10]

La costruzione della cattedrale di Strasburgo iniziò nel XII secolo e venne completata nel 1439 (per quanto, delle due torri, solo quella a nord venne terminata), divenendo la prima costruzione del mondo per altezza a sorpassare la Grande Piramide di Giza. Alcuni anni più tardi, Johannes Gutenberg inventò in città la prima stampa a caratteri mobili.

 
Strasburgo nel 1521

Storia moderna

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Il Rinascimento e la riforma protestante

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Dopo l'invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg, nel 1460 il pioniere Johannes Mentelin con Heinrich Eggestein aprirono le loro prime stamperie a Strasburgo e la città divenne anche sede del primo notiziario cartaceo nel 1605 quando Johann Carolus ricevette dal consiglio cittadino il permesso di distribuire un giornale settimanale scritto intedesco con notizie da diverse città europee. La stampa incoraggiò lo sviluppo dell'umanesimo e la presenza in città di pensatori del calibro di Jakob Wimpheling, Johann Geiler von Kaisersberg e Sébastien Brant.

Nel luglio del 1518, un incidente noto come la peste danzante del 1518 colpì i residenti di Strasburgo. Circa 400 persone vennero afflitte dal ballo di San Vito per intere settimane, morendo nella maggior parte dei casi per consunzione o per attacco cardiaco.

Negli anni successivi al 1520 la città fece propria la dottrina religiosa di Martin Lutero, i cui seguaci nel secolo successivo fondarono a Strasburgo una loro università. Presumibilmente Strasburgo è la città citata come "Argentina" da Sarpi nella Storia del concilio tridentino. La città, sotto la guida politica dl sindaco Jacob Sturm von Sturmeck e quella spirituale di Martin Bucer contribuì alla diffusione del luteranesimo, dapprima seguendo la confessione Tetrapolitana e poi quella augustana. L'iconoclastia protestante portò alla distruzione della maggior parte delle chiese e dei monasteri della città.

Il consigliere Sturm e il maestro di gilda Matthias rappresentarono la città di Strasburgo alla dieta di Spira (1529), contribuendo a dividere ancor più in città cattolici e protestanti. Calvino si rifugiò a Strasburgo come rifugiato politico e qui rimase dal 1538 al 1541 presso la chiesa di San Nicola, presso la chiesa di Sainte-Madeleine e presso l'ex chiesa dei domenicani (attuale Temple Neuf).[11] Durante questo periodo lavorò alla seconda edizione delle sue Institutio e nel 1539 pubblicò a Strasburgo la prima edizione del suo salterio, Aulcuns Pseaulmes et cantiques mys en chant[12] che contiene 18 salmi e inni posti in musica. Gran parte delle melodie vennero derivate da canti popolari in uso alla chiesa tedesca, mentre altri vennero composti appositamente da Wolfgang Dachstein (organista all'epoca della chiesa di St-Thomas), o da Matthias Greitter del Collegium Argentinense.

Altri riformati presenti a Strasburgo furono poi Wolfgang Capito (†1541), Matthew (†1548) e Katharina Zell (†1562).

 
Veduta a volo d'uccello della città di Argentoratum (Strasburgo). 1540.

Dopo la riforma della costituzione imperiale all'inizio del XVI secolo e la fondazione dei circoli imperiali, Strasburgo divenne parte dell'Circolo dell'Alto Reno assieme ad altri stati tedeschi del sudest del Sacro Romano Impero.

La Guerra dei Trent'anni e il passaggio alla Francia

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La belle Strasbourgeoise, di Nicolas de Largillière, 1703: la moda di Strasburgo all'epoca riprendeva elementi della tradizione francese e di quella tedesca

La Libera Città di Strasburgo rimase neutrale nel corso della Guerra dei Trent'anni (1618–1648) e poté mantenere il proprio status di Libera Città Imperiale. La Francia decise di annettere ai propri domini la città di Strasburgo con l'uso della forza nel 1681, sotto il regno di Luigi XIV. I consiglieri di re Luigi ritenevano fermamente che una Strasburgo indipendente in un'area peraltro da poco conquistata e poco incline a piegarsi al dominio francese, avrebbe rappresentato una spina nel fianco per l'espansionismo del Re Sole.[13] Il ponte di Strasburgo era inoltre stato utilizzato più volte dalle truppe imperiali per invadere l'Alsazia francese durante la guerra franco-olandese e quindi la città rappresentava una ferita sempre potenzialmente scoperta nei confini della Francia.[14] Nel settembre del 1681, le forze di Luigi XVI, senza un vero e proprio casus belli, decisero di circondare la città e ne riuscirono a sopraffare le truppe militari alloggiate. Dopo alcuni negoziati, Luigi marciò nella città senza particolari scontri il 30 settembre e ne proclamò l'annessione unilateralmente.[15]

Quest'annessione fu una delle cause dirette della breve e sanguinosa guerra delle riunioni che lasciò il possedimento alla città. La conquista viene ratificata dal trattato di Ryswick del 1697.

La politica di intolleranza religiosa verso i protestanti adottata in Francia con l'editto di Fontainebleau non poté essere applicata a Strasburgo. Questa relativa tolleranza, unita alla crescita dell'industria e del commercio, portò la popolazione cittadina a triplicare fino ad arrivare a 150.000 abitanti. Ad ogni modo, i francesi imposero il ritorno della cattedrale di Strasburgo al culto cattolico che il Re Sole cercò di promuovere comunque ove possibile in città. La lingua parlata in città rimase invece perlopiù il tedesco, con solo l'1% della popolazione parlante regolarmente il francese.[16]

 
Pianta di Strasburgo; uno dei modelli scala 1:600 richiesti da Luigi XIV per studiare a fondo la città ed oggi in mostra al museo storico di Strasburgo
 
Il duca di Lorena e le truppe imperiali passano il Reno a Strasburgo nel corso della guerra di successione austriaca, 1744

Il periodo rivoluzionario e napoleonico

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La notizia della presa della Bastiglia il 14 luglio 1789 si diffuse rapidamente in città e il 21 luglio il municipio venne saccheggiato. Strasburgo perse alcuni storici possedimenti come i villaggi di Wasselonne e Barr. Nel 1790 le proprietà del clero vennero statalizzate e l'università (all'epoca di stampo luterano) perse gran parte delle proprie rendite.

L'inno nazionale francese Canto per l'Esercito del Reno, conosciuto come "La Marsigliese", venne composto a Strasburgo il 25 aprile 1792 da Claude Joseph Rouget de Lisle durante una cena organizzata dal sindaco, Philippe-Frédéric de Dietrich. In quello stesso anno, François Christophe Kellermann, di Strasburgo, venne nominato comandante dell'Armata della Mosella. Guidò vittoriosamente la sua compagnia nella battaglia di Valmy e salvò la giovane nascente repubblica francese. Venne poi nominato duca di Valmy da Napoleone nel 1808. Un altro strasburghese, Jean-Baptiste Kléber, guidò l'esercito francese in diverse battaglie vittoriose e una sua statua si trova oggi nel centro cittadino, nella piazza omonima.

 
Statua di Kléber a Strasburgo

Il sindaco di Strasburgo, Philippe-Frédéric de Dietrich, venne ghigliottinato nel dicembre del 1793.

Lo status di città libera venne revocato dalla rivoluzione francese e gli enragés, con Eulogius Schneider in testa, presero il potere in città. Nuovamente diverse chiese e monasteri della città vennero saccheggiati e distrutti. La cattedrale perse centinaia delle proprie statue originali (vennero poi rimpiazzate da copie nel XIX secolo) e nell'aprile del 1794 si discusse anche di abbatterne la guglia maggiore come segno di uguaglianza di tutti i cittadini. La torre si salvò ad ogni modo quando furono gli stessi cittadini di Strasburgo a volerla coronare di un enorme berretto frigio come simbolo della rivoluzione imperante.[17]

Nel 1797 l'esercito francese catturò le città tedesche di Kehl e Offenburg, ponendo Strasburgo fuori pericolo di essere invasa, ma la Rivoluzione aveva ormai profondamente cambiato la città.

Sul finire del 1799, Napoleone Bonaparte prese il potere ed ordinò di ristabilire le prefetture, il mercato (1801) e la camera di commercio (1801) anche nel territorio di Strasburgo. Venne costruito un nuovo ponte sul Reno e tutto questo portò ad una rapida ripresa della crescita delle attività commerciali.

Nel 1805, 1806 e nel 1809, Napoleone e sua moglie Joséphine visitarono Strasburgo.[18] Nel 1810, la città venne visitata anche dalla seconda moglie dell'imperatore, l'arciduchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena. Nel 1828 la città venne visitata da re Carlo X di Francia.[19] Nel 1836, Luigi Napoleone Bonaparte tentò senza successo di guidare il proprio primo colpo di stato bonapartista proprio partendo da Strasburgo.

 
Mappa tedesca del 1888 che mostra Strasburgo come parte dell'Impero tedesco

Con la crescita di industria e commercio, la popolazione di Strasburgo triplicò nel XIX secolo, raggiungendo i 150.000 abitanti.

Storia contemporanea

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Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana, Strasburgo subì un duro assedio dei prussiani che si protrasse per più di un mese. Il 15 settembre la guarnigione francese dovette alzare bandiera bianca e abbandonare la città.

Dopo la battaglia di Sedan del 1870, cui seguì la sconfitta francese e la firma del trattato di Francoforte nel 1871, la città tornò a far parte del Reichsland di Alsazia-Lorena dell'impero tedesco guidato da Otto von Bismarck. L'avvenimento fece nascere nei francesi il sentimento del revanscismo.

Strasburgo divenne nuovamente francese dopo la prima guerra mondiale, con la sigla nel 1919 del trattato di Versailles. Fu occupata dai tedeschi dal 1940 al 1945. Durante la guerra la monumentale sinagoga Quai Kléber di Strasburgo venne distrutta dai nazisti.

La linea del fronte tra Francia e Germania che nei secoli ha attraversato Strasburgo e la sua regione ha diviso anche le comunità e le famiglie, spesso trovatesi su fronti opposti nei diversi conflitti. Per questo il monumento cittadino ai caduti di tutte le guerre raffigura una madre che regge i corpi di due figli volutamente nudi, cioè privi di qualsiasi divisa o insegna riconducibile a una particolare fazione.

Nel 1949 Strasburgo fu scelta come sede del Consiglio d'Europa, mentre dal 1952 è sede del parlamento europeo.

L'11 dicembre 2018 la zona del Christkindelsmärik, a breve distanza dalla sede del parlamento europeo, è stata teatro di un grave attentato terroristico.[20]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Ponti coperti visti dalla terrazza panoramica

Il luogo più famoso della città è costituito dal suo centro storico, noto con il nome di Grande Île, inserito nel 1988 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Nel 2017 il sito tutelato dall'Unesco è stato esteso anche alla Neustadt, costruita durante il periodo di governo tedesco (1871-1914).

Edifici religiosi

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La cattedrale di Nostra Signora di Strasburgo
 
Il Temple du Bouclier è il tempio della più antica Chiesa Riformata della città.

Edifici civili

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Il palazzo dei Rohan

Altri edifici

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Corridoio Nord della Stazione di Strasburgo

Nel quartier européen

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Lingue e dialetti

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La lingua storica di Strasburgo, come in gran parte della regione, è il dialetto alsaziano, variante del tedesco alemanno, parzialmente del francone renano e del francone settentrionale, influenzato dal francese. Oggi è parlato quasi esclusivamente dalle vecchie generazioni; tuttavia in buona parte delle vie del centro storico è installata una segnaletica bilingue, come anche, per esempio, a Colmar o Mulhouse. Durante una visita alla città nel novembre 1988 Giovanni Paolo II si rivolse alla popolazione in alsaziano.

Cultura

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Università

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Biblioteche

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Altre istituzioni culturali

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L'Osservatorio astronomico di Strasburgo fu fondato nel 1881.

Strasburgo è la sede sociale del canale televisivo franco-tedesco Arte.

Amministrazione

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Il territorio cittadino conta più del 60% della popolazione della comunità urbana di Strasburgo, che ha in totale 451 000 abitanti su 306 km². Fra il 1990 e il 1999 la popolazione è aumentata del 6,5%. La popolazione attiva è di 213 000 abitanti.

Un progetto di distretto europeo fra Germania e Francia (Eurodistrict) dovrebbe portare ad un'amministrazione comune degli 860 000 residenti dell'agglomerazione di Strasburgo e dell'Ortenau.

Cantoni

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Fino al 2014 i confini del comune di Strasburgo coincidevano con quelli dell'arrondissement di Strasburgo-Città, suddiviso in dieci cantoni.

A seguito della riforma approvata con decreto del 18 febbraio 2014[22], attuata dopo le elezioni dipartimentali del 2015, sono stati acquisiti alcuni cantoni dell'Arrondissement di Strasburgo-Campagna, mentre altri sono stati accorpati. La nuova suddivisione, rinominata arrondissement di Strasburgo, conta ora undici cantoni, di cui sei rientrano esclusivamente nel territorio della città di Strasburgo:

  • Cantone di Strasburgo-1
  • Cantone di Strasburgo-2
  • Cantone di Strasburgo-3
  • Cantone di Strasburgo-4
  • Cantone di Strasburgo-5
  • Cantone di Strasburgo-6

Quartieri

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Mappa dei quartieri di Strasburgo

La città è suddivisa in 15 quindici quartieri amministrativi[23]:

  1. Bourse - Esplanade - Krutenau
  2. Centre-ville
  3. Gare - Tribunal
  4. Orangerie - Conseil des XV
  5. Cronenbourg
  6. Hautepierre - Poteries
  7. Koenigshoffen
  8. Montagne Verte
  9. Elsau
  10. Meinau
  11. Neudorf - Musau
  12. Port du Rhin
  13. Neuhof 1
  14. Neuhof 2
  15. Robertsau - Wacken (fra cui il quartier européen)

Istituzioni e organismi internazionali

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Istituzioni europee a Strasburgo.

Anche per la sua identità biculturale, Strasburgo è sede di importanti istituzioni e organismi internazionali quali il Parlamento dell'Unione europea (insieme a Bruxelles e Lussemburgo), il Consiglio d'Europa e la Corte europea dei diritti dell'uomo. La città ospita anche il comando dell'Eurocorps, il centro informatico di Europol e la farmacopea europea.

Sindaci

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Alcuni sindaci della città:

L'attuale sindaco è Jeanne Barseghian, del partito EÉlV.

Gemellaggi

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La città di Strasburgo è gemellata con:[24]

Cooperazioni

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La città di Strasburgo partecipa a progetti di cooperazione internazionale con:[25]

Infrastrutture e trasporti

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Strasburgo è dotata di una rete tranviaria costituita da sei linee, l'asse portante del trasporto pubblico locale, a cui si aggiunge una rete di ventitré linee bus.

La rete tranviaria è dotata di parcheggi scambiatori.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti

Fonti: INSEE fr.wiki


 
Lo stemma cittadino in una miniatura conservata a Basilea

Lo stemma con una banda trasversale rossa su campo bianco è il risultato dell'inversione cromatica del blasone del vescovo della città. Ciò si deve alla rivolta dei cittadini strasburghesi nel Medioevo contro l'autorità ecclesiastica (similmente a quanto accadde a Basilea) per affermare la loro indipendenza dal prelato che conservò l'autorità solo sulle campagne circostanti.

Il 15 maggio 2002 la quarta tappa del Giro d'Italia 2002 si è conclusa a Strasburgo con la vittoria dell'australiano Robbie McEwen.

Società sportive

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Istruzione

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Galleria d'immagini

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  1. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Strasburgo", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  2. ^ Luciano Canepari, Strasburgo, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  3. ^ Bernardo Bizoni, Diario di Viaggio di Vincenzo Giustiniani, a cura di B. Agosti, Porretta Terme, 1996.
  4. ^ (FR) Dati del censimento, su insee.fr.
  5. ^ Strasbourg l'Européenne, su ot-strasbourg.com. URL consultato il 10 dicembre 2019 (archiviato il 10 dicembre 2015).
  6. ^ L'anomalia termica del Nord Europa, su meteoweb.eu. URL consultato il 1º gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2023).
  7. ^ Matthias von Hellfeld, Die Geburt zweier Staaten – Die Straßburger Eide vom 14. Februar 842, Wir Europäer, Deutsche Welle, su dw-world.de. URL consultato il 15 aprile 2010.
  8. ^ The "Valentine's day massacre" of 1349, su judaisme.sdv.fr.
  9. ^ The Jews of Strasbourg and the Great Plague, su judaisme.sdv.fr.
  10. ^ The Jews of Strasbourg until the French Revolution, su judaisme.sdv.fr.
  11. ^ (FR) Calvin et Strasbourg, su archives.strasbourg.fr (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2013).
  12. ^ History of the Genevan Psalter – Dr. Pierre Pidoux, su psalmen.wursten.be.
  13. ^ John A. Lynn, The Wars of Louis XIV: 1667–1714, p. 164.
  14. ^ John A. Lynn, The Wars of Louis XIV: 1667–1714, p. 169.
  15. ^ John A. Lynn, The Wars of Louis XIV: 1667–1714, p. 163.
  16. ^ Peter von Polenz, Deutsche Sprachgeschichte vom Spätmittelalter bis zur Gegenwart, vol. 3, Walter de Gruyter, 2000, pp. 115.
  17. ^ Strasbourg Cathedral and the French Revolution (1789–1802), su inlibroveritas.net. URL consultato il 15 aprile 2010.
  18. ^ (FR) The Napoleon room, su ameliefr.club.fr. URL consultato il 15 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2009).
  19. ^ (FR) Roland Recht, Georges Foessel e Jean-Pierre Klein, Connaître Strasbourg, 1988, ISBN 2-7032-0185-0.
  20. ^ (EN) Strasbourg shooting: Who are the victims?, 13 dicembre 2018. URL consultato il 2 luglio 2024.
  21. ^ Anna Karla, Architettura: un modo di fare l'Europa, su cafebabel.it, 2 aprile 2008. URL consultato l'8 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  22. ^ (FR) Décret n° 2014-185 du 18 février 2014 portant délimitation des cantons dans le département du Bas-Rhin, su legifrance.gouv.fr, 18 febbraio 2014. URL consultato l'8 giugno 2015 (archiviato il 9 giugno 2015).
  23. ^ Site de la ville de Strasbourg, Quartiers, su strasbourg.eu (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2014).
  24. ^ (FR) Sito istituzionale - Gemellaggi, su strasbourg.eu. URL consultato il 16 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2009).
  25. ^ (FR) Sito istituzionale - Cooperazione internazionale, su strasbourg.eu. URL consultato il 16 maggio 2010.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN150696197 · ISNI (EN0000 0001 2337 3844 · SBN LO1L003796 · BAV 494/14823 · CERL cnl00016230 · LCCN (ENn79077528 · GND (DE4057878-1 · BNE (ESXX451085 (data) · BNF (FRcb15271624j (data) · J9U (ENHE987007552593705171 · NDL (ENJA00628641