Strasburgo
Strasburgo (AFI: /straˈzburɡo/[1][2]; in francese Strasbourg, AFI: [stʁasbuʁ]; in alsaziano Strossburi, [ˈʃtɾʊːsburi]; in tedesco Straßburg; dal latino Strateburgus, lett. "la città delle strade", nome alternativo dell'antica Argentoratum, da cui deriva il nome della città in italiano antico Argentina[3]) è una città della Francia orientale di 291 709 abitanti (al 1º gennaio 2022)[4], capoluogo della regione Grande Est (una regione al nord est della Francia) e del dipartimento del Basso Reno, al confine con la Germania sulla riva sinistra del Reno.
Strasburgo comune | |
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(FR) Strasbourg | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Grande Est |
Dipartimento | ![]() |
Arrondissement | Strasburgo-Città |
Cantone | Cantoni di Strasburgo |
Amministrazione | |
Sindaco | Jeanne Barseghian (EELV) dal 4-7-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 48°34′24″N 7°45′08″E |
Altitudine | 150, 132, 151 e 139 m s.l.m. |
Superficie | 78,27 km² |
Abitanti | 291 709 (1-1-2022) |
Densità | 3 726,96 ab./km² |
Comuni confinanti | Schiltigheim, Bischheim, Reichstett, Eckbolsheim, Oberhausbergen, Mittelhausbergen, Lingolsheim, Ostwald, Illkirch-Graffenstaden, Kehl (DE-BW) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 67000, 67100 e 67200 |
Prefisso | 388, 390 e 368 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice INSEE | 67482 |
Targa | 67 |
Nome abitanti | strasburghesi |
Patrono | Arbogaste di Strasburgo |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Strasburgo oltre ad essere il capoluogo del Grande Est è anche il capoluogo della sede del consiglio regionale del Grande Est. Il nome è tedesco perché in passato il territorio dell'Alsazia fu dominio sia della Francia sia della Germania. La città, i cui abitanti sono chiamati strasburghesi (in tedesco Straßburger, in francese strasbourgeois), fa parte di un agglomerato urbano transfrontaliero di 1 145 000 abitanti che comprende anche la città tedesca di Kehl, con la quale confina.
Strasburgo è sede, con Bruxelles, del Parlamento europeo. Ospita, inoltre, il Consiglio d'Europa. Insieme a Basilea, Ginevra e New York fa parte delle poche città al mondo che sono sede di organizzazioni internazionali di prim'ordine, pur non essendo la capitale di un paese.[5] Vi operano l'Università di Strasburgo, la seconda più importante università francese, e la prestigiosa Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione (ENA) fondata dal presidente De Gaulle.
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Strasburgo: dalla Grande Île alla Neustadt, uno scenario urbano europeo | |
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Tipo | Culturali |
Criterio | (ii) (iv) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 1988 |
Scheda UNESCO | (EN) Strasbourg: from Grande-île to Neustadt, a European urban scene (FR) Scheda |
Geografia fisica
modificaAttraversata dall'Ill, affluente del fiume Reno, che si divide fino a formare cinque bracci nel rione occidentale (Petite France) del centro storico della città, Strasburgo è composta da quartieri a forte densità abitativa. È situata a un'altitudine media di 140 m sul livello del mare ed è caratterizzata da un contesto fisico pianeggiante, con leggere pendenze solo nel centro della città, culminanti nella zona della cattedrale, abitata fin dall'antichità.
L'est del territorio comunale è costituito da molte isole, tagliate dai bracci del fiume canalizzato e dai canali del porto autonomo. Il nord-est e il sud-est del comune sono coperti da vaste foreste, residui dell'antica foresta renana. L'abbondanza di corsi d'acqua e l'affiorare della falda freatica contribuiscono a rendere il settore molto sensibile alle inondazioni, la prevenzione delle quali condiziona lo sviluppo urbano.
Clima
modificaStrasburgo ha un clima semi-continentale. L'inverno è molto freddo con neve anche se il 31 dicembre 2022 si registrò nella città un'anomalia termica senza precedenti; si raggiunse la temperatura massima di 25 °C durante il giorno e allo scoccare di Capodanno a mezzanotte i 18,7 °C.[6] L'estate è calda, ma senza eccessi.
Storia
modificaOrigini
modificaIl sito su cui sorge Strasburgo fu inizialmente occupato dall'accampamento militare romano di Argentoratae (da cui il primo nome latino della città, Argentoratum) dopo le campagne di Germanico del 14-16, all'interno della provincia di Germania superiore. A partire dal IV secolo Strasburgo fu sede di un vescovato.
Presso le sue porte fu combattuta la battaglia del 357 tra gli Alemanni e l'imperatore Giuliano, il quale riuscì a respingerli, facendo prigioniero il loro re Cnodomario. Pochi anni più tardi, nel 361, Giuliano diventava imperatore romano. Il 2 gennaio 366, approfittando della superficie ghiacciata del Reno, fu sferrato un nuovo attacco, e all'inizio del V secolo gli Alemanni si insediarono nell'area dell'odierna Alsazia e in una grande parte dell'attuale Svizzera.
Il medioevo
modificaNel corso del V secolo la città passò dal dominio degli Alemanni a quello degli Unni e poi dei Franchi. Il contesto trilingue nel quale sorse la città, portò con l'alto medioevo alla moderna grafia di Stratisburgum o Strateburgus dal latino, che poi divenne Strossburi in alsaziano e Straßburg in tedesco e quindi Strasbourg in francese. Nell'842 vi venne siglato il giuramento di Strasburgo che è considerato l'atto di formazione di Francia e Germania con la divisione dell'Impero carolingio.[7]
Centro commerciale di notevole importanza, la città passò sotto il controllo del Sacro Romano Impero nel 923 attraverso l'omaggio tributato dal duca di Lorena al re di Germania Enrico l'Uccellatore. Il periodo di questo periodo venne segnato da continui e lunghi conflitti tra il vescovo di Strasburgo e i cittadini, dai quali questi ultimi uscirono vittoriosi dopo la battaglia di Hausbergen del 1262; questo fatto spinse re Filippo di Svevia a concedere alla città lo status di libera città imperiale.
Attorno al 1200, Gottfried von Straßburg scrisse il romanzo cortese Tristano che, assieme al Parsifal di Wolfram von Eschenbach ed alla saga dei Nibelunghi è consideraot uno dei tre capolavori della letteratura tedesca medievale.
Una rivoluzione nel 1332 portò alla proclamazione della repubblica. La peste del 1348 venne seguita dal pogrom del 14 febbraio 1349, il primo della storia dell'umanità: centinaia di ebrei vennero pubblicamente condannati al rogo.[8] Sino alla fine del XVIII secolo, agli ebrei venne inoltre impedito di rimanere in città dopo le 22.00. Il momento per loro di lasciare la città era scandito dal suono del Grüselhorn suonato dall'araldo cittadino;.[9] Una tassa speciale, detta Pflastergeld, poteva essere pagata da quegli ebrei che avessero voluto risiedere stabilmente in città.[10]
La costruzione della cattedrale di Strasburgo iniziò nel XII secolo e venne completata nel 1439 (per quanto, delle due torri, solo quella a nord venne terminata), divenendo la prima costruzione del mondo per altezza a sorpassare la Grande Piramide di Giza. Alcuni anni più tardi, Johannes Gutenberg inventò in città la prima stampa a caratteri mobili.
Storia moderna
modificaIl Rinascimento e la riforma protestante
modificaDopo l'invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg, nel 1460 il pioniere Johannes Mentelin con Heinrich Eggestein aprirono le loro prime stamperie a Strasburgo e la città divenne anche sede del primo notiziario cartaceo nel 1605 quando Johann Carolus ricevette dal consiglio cittadino il permesso di distribuire un giornale settimanale scritto intedesco con notizie da diverse città europee. La stampa incoraggiò lo sviluppo dell'umanesimo e la presenza in città di pensatori del calibro di Jakob Wimpheling, Johann Geiler von Kaisersberg e Sébastien Brant.
Nel luglio del 1518, un incidente noto come la peste danzante del 1518 colpì i residenti di Strasburgo. Circa 400 persone vennero afflitte dal ballo di San Vito per intere settimane, morendo nella maggior parte dei casi per consunzione o per attacco cardiaco.
Negli anni successivi al 1520 la città fece propria la dottrina religiosa di Martin Lutero, i cui seguaci nel secolo successivo fondarono a Strasburgo una loro università. Presumibilmente Strasburgo è la città citata come "Argentina" da Sarpi nella Storia del concilio tridentino. La città, sotto la guida politica dl sindaco Jacob Sturm von Sturmeck e quella spirituale di Martin Bucer contribuì alla diffusione del luteranesimo, dapprima seguendo la confessione Tetrapolitana e poi quella augustana. L'iconoclastia protestante portò alla distruzione della maggior parte delle chiese e dei monasteri della città.
Il consigliere Sturm e il maestro di gilda Matthias rappresentarono la città di Strasburgo alla dieta di Spira (1529), contribuendo a dividere ancor più in città cattolici e protestanti. Calvino si rifugiò a Strasburgo come rifugiato politico e qui rimase dal 1538 al 1541 presso la chiesa di San Nicola, presso la chiesa di Sainte-Madeleine e presso l'ex chiesa dei domenicani (attuale Temple Neuf).[11] Durante questo periodo lavorò alla seconda edizione delle sue Institutio e nel 1539 pubblicò a Strasburgo la prima edizione del suo salterio, Aulcuns Pseaulmes et cantiques mys en chant[12] che contiene 18 salmi e inni posti in musica. Gran parte delle melodie vennero derivate da canti popolari in uso alla chiesa tedesca, mentre altri vennero composti appositamente da Wolfgang Dachstein (organista all'epoca della chiesa di St-Thomas), o da Matthias Greitter del Collegium Argentinense.
Altri riformati presenti a Strasburgo furono poi Wolfgang Capito (†1541), Matthew (†1548) e Katharina Zell (†1562).
Dopo la riforma della costituzione imperiale all'inizio del XVI secolo e la fondazione dei circoli imperiali, Strasburgo divenne parte dell'Circolo dell'Alto Reno assieme ad altri stati tedeschi del sudest del Sacro Romano Impero.
La Guerra dei Trent'anni e il passaggio alla Francia
modificaLa Libera Città di Strasburgo rimase neutrale nel corso della Guerra dei Trent'anni (1618–1648) e poté mantenere il proprio status di Libera Città Imperiale. La Francia decise di annettere ai propri domini la città di Strasburgo con l'uso della forza nel 1681, sotto il regno di Luigi XIV. I consiglieri di re Luigi ritenevano fermamente che una Strasburgo indipendente in un'area peraltro da poco conquistata e poco incline a piegarsi al dominio francese, avrebbe rappresentato una spina nel fianco per l'espansionismo del Re Sole.[13] Il ponte di Strasburgo era inoltre stato utilizzato più volte dalle truppe imperiali per invadere l'Alsazia francese durante la guerra franco-olandese e quindi la città rappresentava una ferita sempre potenzialmente scoperta nei confini della Francia.[14] Nel settembre del 1681, le forze di Luigi XVI, senza un vero e proprio casus belli, decisero di circondare la città e ne riuscirono a sopraffare le truppe militari alloggiate. Dopo alcuni negoziati, Luigi marciò nella città senza particolari scontri il 30 settembre e ne proclamò l'annessione unilateralmente.[15]
Quest'annessione fu una delle cause dirette della breve e sanguinosa guerra delle riunioni che lasciò il possedimento alla città. La conquista viene ratificata dal trattato di Ryswick del 1697.
La politica di intolleranza religiosa verso i protestanti adottata in Francia con l'editto di Fontainebleau non poté essere applicata a Strasburgo. Questa relativa tolleranza, unita alla crescita dell'industria e del commercio, portò la popolazione cittadina a triplicare fino ad arrivare a 150.000 abitanti. Ad ogni modo, i francesi imposero il ritorno della cattedrale di Strasburgo al culto cattolico che il Re Sole cercò di promuovere comunque ove possibile in città. La lingua parlata in città rimase invece perlopiù il tedesco, con solo l'1% della popolazione parlante regolarmente il francese.[16]
Il periodo rivoluzionario e napoleonico
modificaLa notizia della presa della Bastiglia il 14 luglio 1789 si diffuse rapidamente in città e il 21 luglio il municipio venne saccheggiato. Strasburgo perse alcuni storici possedimenti come i villaggi di Wasselonne e Barr. Nel 1790 le proprietà del clero vennero statalizzate e l'università (all'epoca di stampo luterano) perse gran parte delle proprie rendite.
L'inno nazionale francese Canto per l'Esercito del Reno, conosciuto come "La Marsigliese", venne composto a Strasburgo il 25 aprile 1792 da Claude Joseph Rouget de Lisle durante una cena organizzata dal sindaco, Philippe-Frédéric de Dietrich. In quello stesso anno, François Christophe Kellermann, di Strasburgo, venne nominato comandante dell'Armata della Mosella. Guidò vittoriosamente la sua compagnia nella battaglia di Valmy e salvò la giovane nascente repubblica francese. Venne poi nominato duca di Valmy da Napoleone nel 1808. Un altro strasburghese, Jean-Baptiste Kléber, guidò l'esercito francese in diverse battaglie vittoriose e una sua statua si trova oggi nel centro cittadino, nella piazza omonima.
Il sindaco di Strasburgo, Philippe-Frédéric de Dietrich, venne ghigliottinato nel dicembre del 1793.
Lo status di città libera venne revocato dalla rivoluzione francese e gli enragés, con Eulogius Schneider in testa, presero il potere in città. Nuovamente diverse chiese e monasteri della città vennero saccheggiati e distrutti. La cattedrale perse centinaia delle proprie statue originali (vennero poi rimpiazzate da copie nel XIX secolo) e nell'aprile del 1794 si discusse anche di abbatterne la guglia maggiore come segno di uguaglianza di tutti i cittadini. La torre si salvò ad ogni modo quando furono gli stessi cittadini di Strasburgo a volerla coronare di un enorme berretto frigio come simbolo della rivoluzione imperante.[17]
Nel 1797 l'esercito francese catturò le città tedesche di Kehl e Offenburg, ponendo Strasburgo fuori pericolo di essere invasa, ma la Rivoluzione aveva ormai profondamente cambiato la città.
Sul finire del 1799, Napoleone Bonaparte prese il potere ed ordinò di ristabilire le prefetture, il mercato (1801) e la camera di commercio (1801) anche nel territorio di Strasburgo. Venne costruito un nuovo ponte sul Reno e tutto questo portò ad una rapida ripresa della crescita delle attività commerciali.
Nel 1805, 1806 e nel 1809, Napoleone e sua moglie Joséphine visitarono Strasburgo.[18] Nel 1810, la città venne visitata anche dalla seconda moglie dell'imperatore, l'arciduchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena. Nel 1828 la città venne visitata da re Carlo X di Francia.[19] Nel 1836, Luigi Napoleone Bonaparte tentò senza successo di guidare il proprio primo colpo di stato bonapartista proprio partendo da Strasburgo.
Con la crescita di industria e commercio, la popolazione di Strasburgo triplicò nel XIX secolo, raggiungendo i 150.000 abitanti.
Storia contemporanea
modificaNel 1870, durante la guerra franco-prussiana, Strasburgo subì un duro assedio dei prussiani che si protrasse per più di un mese. Il 15 settembre la guarnigione francese dovette alzare bandiera bianca e abbandonare la città.
Dopo la battaglia di Sedan del 1870, cui seguì la sconfitta francese e la firma del trattato di Francoforte nel 1871, la città tornò a far parte del Reichsland di Alsazia-Lorena dell'impero tedesco guidato da Otto von Bismarck. L'avvenimento fece nascere nei francesi il sentimento del revanscismo.
Strasburgo divenne nuovamente francese dopo la prima guerra mondiale, con la sigla nel 1919 del trattato di Versailles. Fu occupata dai tedeschi dal 1940 al 1945. Durante la guerra la monumentale sinagoga Quai Kléber di Strasburgo venne distrutta dai nazisti.
La linea del fronte tra Francia e Germania che nei secoli ha attraversato Strasburgo e la sua regione ha diviso anche le comunità e le famiglie, spesso trovatesi su fronti opposti nei diversi conflitti. Per questo il monumento cittadino ai caduti di tutte le guerre raffigura una madre che regge i corpi di due figli volutamente nudi, cioè privi di qualsiasi divisa o insegna riconducibile a una particolare fazione.
Nel 1949 Strasburgo fu scelta come sede del Consiglio d'Europa, mentre dal 1952 è sede del parlamento europeo.
L'11 dicembre 2018 la zona del Christkindelsmärik, a breve distanza dalla sede del parlamento europeo, è stata teatro di un grave attentato terroristico.[20]
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaIl luogo più famoso della città è costituito dal suo centro storico, noto con il nome di Grande Île, inserito nel 1988 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Nel 2017 il sito tutelato dall'Unesco è stato esteso anche alla Neustadt, costruita durante il periodo di governo tedesco (1871-1914).
Edifici religiosi
modifica- Cattedrale di Notre-Dame di stile gotico è il massimo monumento della città. Costruita fra 1176 e 1439, ha una slanciatissima torre la cui guglia culmina a un'altezza di ben 142 metri; dal 1647 al 1874 fu l'edificio più alto del mondo. La cattedrale conserva un pregevole organo monumentale e l'orologio astronomico, monumento d'arte e di meccanica, che ha assunto le forme attuali nel corso di diversi secoli. È in grado di riprodurre la precessione degli equinozi. Venne restaurato da Jean Baptiste Schwilgué (1776-1856).
- Il Temple Neuf, sede della più antica chiesa protestante della città.
- Chiesa di Saint-Pierre-le-Vieux, formata da due edifici comunicanti, uno dedicato al culto cattolico, l'altro a quello protestante.
- Chiesa di Saint-Jean, chiesa cattolica del 1477, classificata monumento storico francese.
- Chiesa cattolica di Saint-Pierre-le-Jeune, un edificio in stile neo-romanico.
- Chiesa protestante di Saint-Pierre-le-Jeune, edificio gotico del XIII-XIV secoli.
- Chiesa di Saint-Thomas, chiesa protestante luterana gotica terminata nel 1521.
- Chiesa di Saint-Guillaume, chiesa protestante luterana, nel Medioevo luogo di culto dei battellieri fluviali.
- Chiesa di Saint-Paul, chiesa protestante riformata, costruita in stile neogotico negli anni in cui Strasburgo appartenne al Secondo Reich.
- Il Temple du Bouclier, chiesa protestante del centro storico.
Edifici civili
modifica- Il palazzo dei Rohan, grandiosa residenza barocca dei principi-vescovi, opera di Robert de Cotte.
- Neue Bau, palazzo rinascimentale sede della Camera di commercio, in piazza Gutenberg.
- L'Hôtel de Hanau, oggi sede del municipio di Strasburgo.
- I Ponti coperti, fortificazioni medievali a monte dell'Ill.
- Petite France, quartiere dall'architettura pittoresca.
- Casa Kammerzell, splendido edificio rinascimentale del XV secolo realizzato a graticci. Sorge sulla piazza della cattedrale.
- Antiche fortificazioni originarie del XIII secolo, modificate da Vauban nel XVIII secolo.
- L'Aubette (1765-1778) di Jacques-François Blondel.
- Il palais du Rhin.
- Barrage Vauban, opera difensiva e ponte sul fiume Ill.
- Antica dogana, edificio del XIV secolo nella zona di Petite France.
- Maison des tanneurs, antica casa a graticcio nel quartiere della Petite France.
- Hôtel des Deux-Ponts, sede del governatore militare.
- Hôtel de Klinglin, del prefetto.
- Villa Schützenberger
- Hôtel Brion
Altri edifici
modifica- Palazzo dell'Università (1884) di Otto Warth.
- L'edificio Gallia.
- La stazione di Strasburgo (1846).
- Città giardino dello Stockfeld, inizi del XX secolo.
- Terminal del tram a Hœnheim inaugurato nel 2001 (architetto Zaha Hadid).
- Opéra di Strasburgo.
- Conservatorio di Strasburgo.
Nel quartier européen
modifica- Palazzo d'Europa (Palais de l'Europe), sede del Consiglio d'Europa, inaugurato nel 1977, di Henry Bernard[21].
- Edificio Louise Weiss, la nuova sede del Parlamento europeo che ha sostituito il Palazzo d'Europa.
- Corte europea dei diritti umani.
- chiesa di San Paolo (Église Saint-Paul), una chiesa protestante in stile neogotico del XIX secolo.
- Palais de la musique et des congrès, auditorium e centro congressi.
Lingue e dialetti
modificaLa lingua storica di Strasburgo, come in gran parte della regione, è il dialetto alsaziano, variante del tedesco alemanno, parzialmente del francone renano e del francone settentrionale, influenzato dal francese. Oggi è parlato quasi esclusivamente dalle vecchie generazioni; tuttavia in buona parte delle vie del centro storico è installata una segnaletica bilingue, come anche, per esempio, a Colmar o Mulhouse. Durante una visita alla città nel novembre 1988 Giovanni Paolo II si rivolse alla popolazione in alsaziano.
Cultura
modificaUniversità
modificaBiblioteche
modificaMusei
modifica- Museo dell'Opera di Notre-Dame di Strasburgo.
- Dubbio di Giuseppe, 1440 circa.
- Museo di Belle Arti (Musée des Beaux-Arts), nel Palazzo dei Rohan.
- Musée historique de Strasbourg, museo storico della città di Strasburgo.
- Gabinetto delle stampe e dei disegni.
- Museo zoologico della città di Strasburgo.
- Museo delle arti decorative.
- Museo di arte moderna e contemporanea.
- Le Vaisseau, spazio di scoperta scientifica.
Altre istituzioni culturali
modificaL'Osservatorio astronomico di Strasburgo fu fondato nel 1881.
Media
modificaStrasburgo è la sede sociale del canale televisivo franco-tedesco Arte.
Amministrazione
modificaIl territorio cittadino conta più del 60% della popolazione della comunità urbana di Strasburgo, che ha in totale 451 000 abitanti su 306 km². Fra il 1990 e il 1999 la popolazione è aumentata del 6,5%. La popolazione attiva è di 213 000 abitanti.
Un progetto di distretto europeo fra Germania e Francia (Eurodistrict) dovrebbe portare ad un'amministrazione comune degli 860 000 residenti dell'agglomerazione di Strasburgo e dell'Ortenau.
Cantoni
modificaFino al 2014 i confini del comune di Strasburgo coincidevano con quelli dell'arrondissement di Strasburgo-Città, suddiviso in dieci cantoni.
A seguito della riforma approvata con decreto del 18 febbraio 2014[22], attuata dopo le elezioni dipartimentali del 2015, sono stati acquisiti alcuni cantoni dell'Arrondissement di Strasburgo-Campagna, mentre altri sono stati accorpati. La nuova suddivisione, rinominata arrondissement di Strasburgo, conta ora undici cantoni, di cui sei rientrano esclusivamente nel territorio della città di Strasburgo:
- Cantone di Strasburgo-1
- Cantone di Strasburgo-2
- Cantone di Strasburgo-3
- Cantone di Strasburgo-4
- Cantone di Strasburgo-5
- Cantone di Strasburgo-6
Quartieri
modificaLa città è suddivisa in 15 quindici quartieri amministrativi[23]:
- Bourse - Esplanade - Krutenau
- Centre-ville
- Gare - Tribunal
- Orangerie - Conseil des XV
- Cronenbourg
- Hautepierre - Poteries
- Koenigshoffen
- Montagne Verte
- Elsau
- Meinau
- Neudorf - Musau
- Port du Rhin
- Neuhof 1
- Neuhof 2
- Robertsau - Wacken (fra cui il quartier européen)
Istituzioni e organismi internazionali
modificaAnche per la sua identità biculturale, Strasburgo è sede di importanti istituzioni e organismi internazionali quali il Parlamento dell'Unione europea (insieme a Bruxelles e Lussemburgo), il Consiglio d'Europa e la Corte europea dei diritti dell'uomo. La città ospita anche il comando dell'Eurocorps, il centro informatico di Europol e la farmacopea europea.
Sindaci
modificaAlcuni sindaci della città:
- Jeanne Barseghian (2020-)
- Roland Ries (2008 - 2020)
- Fabienne Keller (2001 - 2008) - UDF, poi UMP
- Catherine Trautmann (1989-2001) - PS
- Marcel Rudloff (1983-1989) - UDF / CDS
- Pierre Pflimlin (1959-1983) - MRP, poi UDF / CDS
- Charles Émile Altorffer (1955-1959) - RPF
- Charles Frey (1935-1955)
L'attuale sindaco è Jeanne Barseghian, del partito EÉlV.
Gemellaggi
modificaLa città di Strasburgo è gemellata con:[24]
Cooperazioni
modificaLa città di Strasburgo partecipa a progetti di cooperazione internazionale con:[25]
- Jacmel, dal 1996 (cooperazione decentralizzata)
- Velikij Novgorod, dal 1997 (cooperazione decentralizzata) (patrimonio e organizzazione amministrativa)
- Fès (cooperazione decentralizzata)
- Polonia
Infrastrutture e trasporti
modificaStrasburgo è dotata di una rete tranviaria costituita da sei linee, l'asse portante del trasporto pubblico locale, a cui si aggiunge una rete di ventitré linee bus.
La rete tranviaria è dotata di parcheggi scambiatori.
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti

Fonti: █ INSEE █ fr.wiki
Stemma
modificaLo stemma con una banda trasversale rossa su campo bianco è il risultato dell'inversione cromatica del blasone del vescovo della città. Ciò si deve alla rivolta dei cittadini strasburghesi nel Medioevo contro l'autorità ecclesiastica (similmente a quanto accadde a Basilea) per affermare la loro indipendenza dal prelato che conservò l'autorità solo sulle campagne circostanti.
Sport
modificaIl 15 maggio 2002 la quarta tappa del Giro d'Italia 2002 si è conclusa a Strasburgo con la vittoria dell'australiano Robbie McEwen.
Società sportive
modificaIstruzione
modifica- École nationale supérieure d'informatique pour l'industrie et l'entreprise
- École pour l'informatique et les nouvelles technologies
- École pour l'informatique et les techniques avancées
- EM Strasbourg Business School
- Institut supérieur européen de gestion group
- Institut national des études territoriales
- Web@cademie
Galleria d'immagini
modifica-
La Petite France
-
Una barca sui canali dell'Ill
-
L'ENA dal fiume
-
Il tram della città
Note
modifica- ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Strasburgo", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
- ^ Luciano Canepari, Strasburgo, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
- ^ Bernardo Bizoni, Diario di Viaggio di Vincenzo Giustiniani, a cura di B. Agosti, Porretta Terme, 1996.
- ^ (FR) Dati del censimento, su insee.fr.
- ^ Strasbourg l'Européenne, su ot-strasbourg.com. URL consultato il 10 dicembre 2019 (archiviato il 10 dicembre 2015).
- ^ L'anomalia termica del Nord Europa, su meteoweb.eu. URL consultato il 1º gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2023).
- ^ Matthias von Hellfeld, Die Geburt zweier Staaten – Die Straßburger Eide vom 14. Februar 842, Wir Europäer, Deutsche Welle, su dw-world.de. URL consultato il 15 aprile 2010.
- ^ The "Valentine's day massacre" of 1349, su judaisme.sdv.fr.
- ^ The Jews of Strasbourg and the Great Plague, su judaisme.sdv.fr.
- ^ The Jews of Strasbourg until the French Revolution, su judaisme.sdv.fr.
- ^ (FR) Calvin et Strasbourg, su archives.strasbourg.fr (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2013).
- ^ History of the Genevan Psalter – Dr. Pierre Pidoux, su psalmen.wursten.be.
- ^ John A. Lynn, The Wars of Louis XIV: 1667–1714, p. 164.
- ^ John A. Lynn, The Wars of Louis XIV: 1667–1714, p. 169.
- ^ John A. Lynn, The Wars of Louis XIV: 1667–1714, p. 163.
- ^ Peter von Polenz, Deutsche Sprachgeschichte vom Spätmittelalter bis zur Gegenwart, vol. 3, Walter de Gruyter, 2000, pp. 115.
- ^ Strasbourg Cathedral and the French Revolution (1789–1802), su inlibroveritas.net. URL consultato il 15 aprile 2010.
- ^ (FR) The Napoleon room, su ameliefr.club.fr. URL consultato il 15 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2009).
- ^ (FR) Roland Recht, Georges Foessel e Jean-Pierre Klein, Connaître Strasbourg, 1988, ISBN 2-7032-0185-0.
- ^ (EN) Strasbourg shooting: Who are the victims?, 13 dicembre 2018. URL consultato il 2 luglio 2024.
- ^ Anna Karla, Architettura: un modo di fare l'Europa, su cafebabel.it, 2 aprile 2008. URL consultato l'8 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
- ^ (FR) Décret n° 2014-185 du 18 février 2014 portant délimitation des cantons dans le département du Bas-Rhin, su legifrance.gouv.fr, 18 febbraio 2014. URL consultato l'8 giugno 2015 (archiviato il 9 giugno 2015).
- ^ Site de la ville de Strasbourg, Quartiers, su strasbourg.eu (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2014).
- ^ (FR) Sito istituzionale - Gemellaggi, su strasbourg.eu. URL consultato il 16 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2009).
- ^ (FR) Sito istituzionale - Cooperazione internazionale, su strasbourg.eu. URL consultato il 16 maggio 2010.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Strasburgo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Strasburgo
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Strasburgo
Collegamenti esterni
modifica- (FR) Sito ufficiale, su strasbourg.eu.
- Strasburgo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luchino Franciosa, Pierre Lavedan, Giuseppe Gabetti, Filippo Santucci, Georges Bourgin, Raffaello Morghen, STRASBURGO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- Carlo Della Valle, STRASBURGO, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Strasburgo, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
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